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Ciao,

ecco un nuovo numero di Finding Beauty, una raccolta per i curiosi, gli eterni studenti e gli esploratori, a cura di Ant, il nostro Creative Director e Head of Storytelling.

Se vuoi contribuire indicando tutto ciò che trovi bello su Internet, mandaci una mail su findbeauty@imille.agency.
E puoi recuperare tutta la bellezza che magari ti perso nei numeri precedenti qui.


N°28 | 14 Novembre 2020

Questo nuovo numero mi ricorda un po' il titolo del libro di una materia che, quando facevo le medie io, vale a dire nella seconda metà dell'800, si chiamava epica: "Gli dei, gli eroi, gli uomini". Sì, il libro si chiamava così. Un mattone marrone con dei motivi geometrici senape sulla copertina, che aveva la pretesa, riuscendoci nel mio caso, di raccontare l'Iliade, l'Odissea o la mitologia greca a dei pischelli di 11 anni che avevano come unica priorità la gestione delle loro paturnie pre-adolescenziali.

Questa nuova Top 5, infatti, parla in un certo senso di eroi, di dei e di uomini. Di eroi feriti e di eroi nascenti, come Donald e Joe, di uomini che fanno semplicemente bene le loro cose, come Leandro, o di dei come Netflix che ricordano un po' quelli della mitologia greca, cioè con alcuni, umanissimi difetti. Ora, lungi da me dal voler dire che questa Top 5 sia epica come il libro delle medie. Però facciamo così: date un'occhiata e poi fatemi sapere se almeno un po' vi è piaciuta. 

#5
CHIUDERE
IN BELLEZZA


Si chiude l'era Trump. E si chiude come in un brutto film, in cui hai capito come va a finire già dal primo frame. Si chiude, cioè, nel peggiore dei modi. Quelli di un bambino che di grande ha solo la prostata e che, proprio come un bambino, scalcia se qualcuno gli porta via il pallone.

Quindi cosa pensa di fare, il nostro Bambinonald Trump? Riceve la notizia del risultato definitivo delle elezioni mentre è sul campo da golf - già, perché ha pensato che andarsene a giocare fosse la cosa migliore da fare in quei momenti chiave per la geopolitica mondiale - e allora convoca una conferenza stampa "imponente" e chiede al suo team di avvocati e scagnozzi, ovunque fossero in America, nel mezzo di una pandemia che vede proprio l'America tra le aree più colpite al mondo, di assembrarsi entro due ore al Four Season di Philadelphia, per decidere quali azioni legali intraprendere contro gli evidenti "brogli elettorali".

Peccato che il Four Season sia uno dei luoghi che vanta più casi di omonimia al mondo e quindi lo staff non si è ritrovato proprio nel Four Season che avevano in mente. O meglio, questa è l'unica spiegazione che un umano possa darsi. Il resto, beh, leggetelo nell'articolo. 

Se volessimo analizzare la storia di Trump da un punto di vista di archetipi narrativi, potremmo dire che il suo è l'archetipo dell'eroe ferito. Un plot che porta l'audience a solidarizzare quasi sempre con l'eroe. Persino un intellettuale paternalista come Manzoni, infatti, ha compassione di Napoleone quando lo vede decaduto e a lui dedica il meraviglioso pippone del 5 Maggio, così come noi facciamo il tifo per Ulisse che cerca di "baciare la sua petrosa Itaca" dopo 10 anni a zonzo nel Mediterraneo o per Totti che viene escluso dalla rosa della Roma, anche se siamo della Lazio. Ma questo patetico finale trumpiano, che di eroico ha davvero ben poco, più che compassione ci provoca un po' di pena.



https://www.theguardian.com/us-news/2020/nov/08/the-other-four-seasons-trump-team-holds-press-conference-at-suburban-garden-centre
 



 

#4
DON'T MAKE ADS ABOUT SUSTAINABILITY. MAKE SUSTAINABLE ACTIONS.

 

Sandro Pertini diceva che le persone hanno bisogno di esempi, non di sermoni. Una tesi che vale quanto mai per i brand. Alcuni di loro spendono migliaia di dollari per parlare di sostenibilità. Altri preferiscono metterla in pratica. Qui sotto ci sono due esempi di Gucci e Ikea legati al Black Friday, la "festa del consumismo" per antonomasia. Entrambi muovono da due presupposti semplici:

1) se è uno spreco, si può evitare;
2) quello che non va più bene per te, può essere perfetto per qualcun'altro.

Che si tratti di borsette o di librerie. Al vostro prossimo brief, quindi, prima di chiedervi cosa possiamo dire, chiedetevi cosa possiamo fare.

https://designtaxi.com/news/411812/Gucci-Opens-Pre-Loved-Items-Store-To-Advocate-Sustainable-Thrift-Shopping/

https://designtaxi.com/news/411905/IKEA-Wants-To-Buy-Your-Unwanted-Furniture-To-Be-Resold-As-Preloved-Items/


#3
IL CIELO IN UNA SCATOLA


Il portfolio di Leandro Erlich è praticamente una galleria di brainstorming. È un'infilata di idee, eseguite spesso benissimo. Tra le tante, ce n'è una che mi ha colpito molto: quella delle "nuvole inscatolate". Io sono un ragazzo all'antica, a me piacciono le idee semplici. Quelle che si fondano su figure retoriche classiche come l'ossimoro - fermare quello che è sfuggevole, rendere materiale l'immateriale - e di queste ce ne sono tante nella sua ricerca artistica. Poco altro da aggiungere, se non che entrate sul suo profilo e ne uscite senz'altro con qualche bella ispirazione.

https://www.instagram.com/leandroerlichofficial/?hl=it 
 


 

#2
NETFLIX. IN ARTE, RAI1.

 

Questo 2020 ha tanti difetti. Ma di sicuro non scarseggia in fatto di senso dell'umorismo. Ecco una della ultime cose buffe che ci propone: Netflix, una delle piattaforme che ha rivoluzionato di più il modo in cui fruiamo i contenuti e che di sicuro ha indebolito il consumo della televisione classica, ora cerca nuove convergenze proprio con la tv classica. Creando un palinsesto con appuntamenti fissi, proprio come il "mercoledì di coppa" di Fantozzi o i reality show spegni-cervello del sabato sera.

Dal punto di vista del brand, infatti, questa sembra essere la risposta migliore allo scroll infinito e indeciso delle nostre serate, per le quali l'attesa di cercare cosa guardare su Netflix è esso stesso il guardare qualcosa su Netflix. Davanti a tanta indecisione, è il brand che ti propone il tuo (il suo?) palinsesto, con il cosa e il quando guardare. Signore e Signori, Netflix Direct, cioè la cosa più simile alla Rai 1 dei vostri amati boomer. Per adesso solo un progetto pilota in Francia (circa 9 milioni di iscritti), ma qualcosa mi dice che presto la domanda "cosa c'è stasera su Netflix?" potrebbe avere senso.

https://www.cinefacts.it/cinefacts-news-1370/netflix-direct-in-arrivo-il-canale-t.html


#1
AMA LA HARRIS


Abbiamo aperto con l'eroe ferito Donald e chiudiamo con l'eroe vincente Joe. Al di là di quello che i tweet di Donald dicono, è Joe ad aver vinto. Ed è buffo vedere che i pezzi migliori di comunicazione di Joe arrivino a campagna terminata e non quando ce ne sarebbe stato più bisogno, cioè prima. Poco male, conta il risultato. Ma risulta evidente già da queste primissime battute che la vincitrice, se non altro in fatto di agenda setting dei media, è un'altra: la vice Kamala Harris.

È incredibile quanto il suo victory speech, probabilmente la cosa più bella che possa capitarvi questa settimana, ricordi a noi pubblicitari quello di questa campagna. E non è forse solo un caso che in uno dei suoi video più visti del momento lei abbia addosso un prodotto di quel brand. Citando Paolo Iabichino: "
Un logo sulla felpa che dà ragione a questi ultimi 4 anni di attivismo, coerenza, impegno e azioni da parte di un brand che è riuscito a reinventarsi e a vincere anche la diffidenza dei più scettici e a farsi indossare dalla prima vice presidente donna della storia americana".L'arco narrativo della Harris è appena all'inizio. Eppure noi, tanto quanto i brand, i media e la rete, sentiamo già di amarla.


https://www.youtube.com/watch?v=vwkuq90WTys    
 


 

 

We did it, Joe.
Alla prossima!



 


Antonio Di Battista

Creative Director, Head of Storytelling at Imille


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