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copertina di: @museumoffailure

 

Ecco un nuovo numero di Finding Beauty, la newsletter per gli esploratori della bellezza a cura di Antonio Di Battista, Creative Director di Imille.

Se vuoi segnalarci tu una cosa bella, scrivi a findbeauty@imille.agency.
Se vuoi vedere quanta bellezza ti sei perso, consulta l'archivio.


N°56 | 12 giugno 2021


Ciao Findingbeauters,

questa newsletter funziona un po' come una chitarra elettrica. Può essere perfettamente accordata sul LA ed essere di puro accompagnamento ad una Top 5 di cose belle. Oppure puoi piegarne le corde come ti pare - si chiama tecnicamente bending and release e, per capirci, è quella cosa che ti fa fare queste cose qua - e allora i contenuti possono diventare 4 oppure 2 oppure tanti insieme in uno solo. Oppure 3 come oggi. E poi ancora puoi prendere questa chitarra e spaccarla a terra come in questa cover, sgretolandone l’intera struttura. E allora vengono fuori quei piccoli esperimenti come quello di far scrivere un numero ad una intelligenza artificiale oppure di farne scrivere alcuni dall'umanissimo muscolo del cuore, mescolando vecchie storie personali a quelle del tempo in cui viviamo. Ma quale che sia il riff o il giro di accordi, i vostri messaggi, le vostre condivisioni e il semplice fatto che questa band, The Findingbeauters, sia arrivata a 1.726 componenti che ogni sabato mattina si accordano con noi, come in un Rockin' 1000, mi fa pensare che vale la pena di continuare a suonare. Se è così, allora questo è un blues con il riff in SI, perciò occhio agli accordi e stateci dietro. 


#3
IL MUSEO
DEL FALLIMENTO

 

Colonel Sanders ha fondato KFC a 65 anni e in poco tempo è arrivato a possedere una delle più grandi catene di ristoranti del mondo. Karl Lagerfeld ha lavorato nella moda fin da quando aveva 14 anni, ma è solo a 82 anni che diventato capo designer di Chanel. Amancio Ortega a 13 anni ha dovuto lasciare la scuola per lavorare perché la sua famiglia era povera e ha fatto il commesso fino ai 37 anni. Poi ha fondato Zara. Sylvester Stallone era così povero che dovette vendere la gioielleria di sua moglie e poi anche il suo cane per pagare le bollette. Ha avuto successo solo a 30 anni, quando è stata accettata la sceneggiatura di Rocky. Più o meno tardi, ma sono tutte storie di chi ce l’ha fatta. 

Ma che fine fanno tutti quelli che non ce la fanno? Quelli che invece falliscono? In un certo senso, possono farcela anche loro. Almeno a ritagliarsi un posto nel Museo del fallimento: "Museum of Failure è una raccolta di prodotti e servizi falliti provenienti da tutto il mondo. Infatti, la maggior parte di tutti i progetti di innovazione fallisce e il museo mette in mostra questi fallimenti per offrire ai visitatori un'esperienza di apprendimento. Ogni articolo fornisce una visione unica del rischioso business dell'innovazione. Il progresso richiede l'accettazione del fallimento. Il museo mira a stimolare una discussione produttiva sul fallimento e ispirarci a correre rischi significativi".

La morale? Non date retta a Homer Simpson. Non si fallisce mai fino in fondo. Sometimes you win, sometimes you learn.

A FEW EPIC FAILS HERE

#2
I BRAND DEL TURISMO
 
 

Probabilmente c'è qualche stereotipo turistico qua e là in questa rappresentazione di quella striscetta ricurva e montuosa che va da Hokkaido a Kagoshima, meglio conosciuta come Giappone. E probabilmente è anche un po' inevitabile cadere nella "trappola della cartolina" quando sei chiamato a portare in comunicazione un perimetro territoriale così preciso. Poi però c'è l'esecuzione che può fare la differenza. Quella differenza che c'è per esempio tra questa Sicilia e quest'altra. Troppo spesso i brand fanno meglio degli enti turistici. Citando Paolo Iabichino“Guardate Voiello e come viene raccontata Napoli, niente di simile è stato prodotto da nessun Ente di Promozione fino a qui. Ahimè. Allora, il piano è questo: ogni brand si prenda una Regione, vi supplico […] Armani si prenda Milano. Fendi o Bulgari raccontino Roma. Cucinelli con l’Umbria sta facendo più di cento spot improvvisati. E così Ichnusa con la Sardegna e possiamo andare avanti così per almeno dieci anni. Vi prego togliete la pubblicità del turismo da quelli che fanno la pubblicità del turismo”.

Ora io non lo so se questo promo della tv francese sia anche una buona promozione per il turismo giapponese e non ne conosco abbastanza bene la cultura da comprendere quanta percentuale di cartolina e stereotipo ci sia. Ma io l'ho trovato bellissimo e mi ha messo una gran voglia di tornarci.

GREETINGS FROM JAPAN BY FRANCE


#1
12 MINUTI DI APPLAUSI

 

Io non me le dimentico le primule disegnate dalle archistar e l'Italia che “rinasce con un fiore”. I dati calcolati male, le lungaggini, i ritardi. Inclusi quelli mentali. I vaccini forse a Natale, poi no, in inverno, poi in primavera. I pochi casi statisticamente irrilevanti, ma che facevano il fragore dell'albero che cade nella foresta e che ancora oggi spingono le persone a chiedere "ma tu che vaccino hai fatto?" come se potessero comprenderne le differenze. Forse un giorno i miei figli mi chiederanno “papà, ma come è stato quell’anno della pandemia?” e io non potrò fare a meno di raccontare loro le contraddizioni che si consumavano là fuori e dentro nel mio petto. La rabbia e il mal di vivere che spesso ho incontrato. 

Poi però domenica sera scorsa erano le 19 spaccate quando sono entrato nel centro vaccinale. Io sono una persona piuttosto puntuale, ma davanti ad un appuntamento come quello, nessun ritardo sarebbe mai stato ammissibile. Sono entrato alle 7 e alle 7.12 ero già vaccinato. 12 minuti è stato il tempo necessario per mettere un punto a 12 mesi e passa di agonia. No, tutto quello che c'è stato prima delle 19 e 12 del 6 giugno 2021 non lo dimenticherò. Ma il senso di gratitudine che ho provato davanti a quella ritrovata efficienza e che provo per la scienza in generale è stata così grande che avrei voluto scriverla in cielo. Poi ho scoperto che qualcuno lo aveva già fatto. Ok, magari non lo scriverò su un billboard, ma almeno qui lo voglio dire: grazie scienziati per aver passato anni a superare esami che io non potrei mai superare. Grazie per cercare di spiegarmi cose che non potrei capire. Per risolvere problemi che non so nemmeno di avere e per darmi la soluzione di quelli evidenti. Davanti a tutto quello che hai fatto per noi quest'anno e che potrai ancora fare, io inchino la testa. E scopro il braccio.

THANK YOU, SCIENCE


 

 

Get the vaccine of beauty, my friends.

Ant



 


Antonio Di Battista

Creative Director

 


IDEAS FOR BREAKFAST


Si può fare un buon lavoro senza una buona ispirazione? In Imille, noi pensiamo di no. Ecco perché abbiamo dato vita ad Ideas for Breakfast, un format di incontri aperti con persone che fanno un lavoro in grado di ispirare il nostro. Ogni venerdì mattina facciamo colazione con registi, scrittori, musicisti, giornalisti, creator, artisti e professionisti di ogni tipo, tutti accomunati da una cosa unica: delle buone idee e una buona storia da ascoltare. Seguici sui nostri social per scoprire i prossimi ospiti e i prossimi appuntamenti. Ci vediamo per il caffè. 

Ecco l'ospite della scorsa puntata:


 


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