Ciao Findingbeauters,
questo numero è dedicato ai pregiudizi. Soprattutto a quelli che circondano una delle piattaforme più interessanti del momento. 689 milioni di utenti attivi in tutto il mondo, di cui 5,4 milioni solo in Italia. Signore e signori, TikTok, il settimo social network per popolarità. Solo a pronunciarne il nome, che ricorda quanto tempo e durata giochino un ruolo fondante nel canale, le opinioni si tagliano in due con la precisione della katana di Hattori Hanzo. Apocalittici e integrati, per dirla con Umberto Eco. Se avete letto fino a qua, avrete già capito io da che parte mi siedo. A spiegare l’altra parte del tavolo, possono aiutarci la psicologia e le neuroscienze. A mio avviso, infatti, la diagnosi è intuitiva: si tratta di una umanissima resistenza alle novità e al cambiamento.
Ma non è colpa vostra, amici apocalittici che vorreste che TikTok finisse sotto un autobus. È colpa del modo in cui il nostro inconscio è impostato. Siamo basati sulla generazione e gestione di modelli, che iniziano a costruirsi da quando veniamo al mondo. Quando raggiungiamo i 7 anni abbiamo già interiorizzato i modelli di base, una sorta di template che rimarrà il nostro riferimento per il resto della vita. Di fatto, da lì in poi, tutto ciò che sentiamo, facciamo o decidiamo, gravita intorno a quei modelli costruiti nei primi 7 anni, a meno che non scegliamo di impegnarci per riprogrammarli. Ma all'inconscio non piace gestire nuove informazioni, perché confondono i modelli. Lui ama seguire ciò che sa e che è stato ripetuto tante volte e, ahimè, a volte preferisce restare nell'inferno che conosce piuttosto che rischiare la destabilizzazione del cambiamento. TikTok, dunque, vi manda in sbatta l’inconscio. E vi spinge a rifugiarvi nelle più confortevoli scorciatoie del pregiudizio. In pratica, avete capito come funziona prima ancora di andarci, su TikTok. È come essersi fatto un'opinione di qualcuno, prima ancora di averci parlato. E così non avete bisogno di fare lo sforzo cognitivo di conoscere meglio le cose.
Vediamo allora quali sono i pregiudizi principali di TikTok:
1) su TikTok ci sono solo balletti e nonsense;
2) su TikTok ci sono solo i ragazzini
(traduzione per il marketing: non c'è il mio target).
Fatto curioso. Prima di TikTok, gli sviluppatori della piattaforma, Alex Zhu e Luyu Yang, crearono un social network con scopi educativi, in cui gli utenti potevano imparare e insegnare diverse materie, con video da 3-5 minuti. Tuttavia, pur avendo trovato degli investitori, il progetto non ebbe successo. Ma non si può negare che una matrice didattica sia ancora oggi presente nel dna del loro nuovo brand. Non è un caso se #imparacontiktok sia uno degli hashtag più trending da sempre. Per questo mi sono detto: vediamo allora se in effetti qualcosa da imparare c'è. Qualcosa per provare ad andare oltre l'inconscio.
E così, ho scoperto che da imparare c'è tanto. Così tanto che non mi bastava una Top 5 questa volta. Ho scelto 10 profili tra quelli che seguo personalmente. 10 tap per ricordare al nostro inconscio che il problema non è il medium, ma il messaggio. Che il punto non è il canale, ma il modo in cui lo usi. Che se fai questo mestiere, TikTok può anche non esaltarti, ma non puoi non conoscerlo. Che puoi essere più intelligente dei tuoi modelli primordiali. E che se fai lo sforzo cognitivo di superare i pregiudizi potresti persino scoprire che ehi, potrebbe piacerti.
|