Ciao Findingbeauters,
questo vecchio ma mai invecchiato promo di Channel 4 diceva: "See the world through the eye of a monster". Quella di fare il giurato a Cannes è un'esperienza altrettanto mostruosa. La quantità di impegno, energie, stimoli e la mole di case study che si è chiamati a guardare, discutere e votare, rendono l'esperienza incredibilmente ricca. Ma davvero devastante. In questo numero ho fatto un piccolo esperimento: risparmiarvi la parte devastante, provando a darvi, almeno in piccola parte, la ricchezza dell'esperienza del giurato. Facendovela guardare direttamente dalla sua soggettiva. Ho chiesto gli occhi e un po' di tempo in prestito a Sandra Bold, Global Creative Director in Publicis, che è stata una dei 3 giurati per l'Italia di quest'anno - speriamo irripetibile - in cui sono stati chiamati ad eleggere il meglio di ben due anni di advertising in uno. Ancora più mostruoso.
La sua categoria: Digital Craft, una delle più interessanti e sottovalutate, a mio parere. La volatilità dei canali digitali, infatti, fa pensare troppo spesso che il crafting dei contenuti possa essere più sbrigativo, più superficiale. Tanto una stories dura 24 ore o un post dura lo spazio di uno scroll, no? La verità è che:
1) once on line forever on line. Internet è come Las Vegas. Se va su internet, ci resta. Da qualche parte là fuori qualcuno può aver fatto uno screenshot, un live capture o un download del vostro contenuto. E prima o poi, potrà usarlo contro di voi. Avete presente quei side by side con il tweet di un politico del 2016 a confronto con un suo tweet di oggi per far vedere l'incoerenza dei suoi pareri su un certo topic? Ecco, può succedere anche al vostro brand. E può succedere molto di peggio. Quindi pensate bene al cosa e al come pubblicare, prima di dire frasi tipo "ma sì, tanto è un contenuto digggital";
2) better crafting better experience. Un contenuto, se fatto bene, è un ponte emotivo con la vostra audience. Che può essere lastricato di emozioni positive o terribilmente negative. Il vostro contenuto dice chi siete. Se siete un brand curato e attento o un po' approssimativo. Se credete in quello che state mostrando o se voi per primi non sembrate esserne molto convinti. Nell'era dell'offerta di intrattenimento smisurata e sempre più di alto livello, fare un contenuto poco curato è come non farlo affatto. Pensate ad esempi semplici: andare al cinema e guardare un bel film con un pessimo audio; andare ad un concerto con la musica fuori sync; mangiare bene ad un ristorante che però ha dei camerieri scortesi. Sarebbero esperienze negative, vero? E allora perché per le esperienze digitali dovrebbe essere diverso?
Stacchiamo e torniamo ora alla soggettiva del giurato di Cannes. A Sandra, che ringrazio moltissimo, ho chiesto di raccontarci la sua esperienza in un tweet e di selezionare una Top 5 dei lavori che l'hanno colpita di più nel suo processo di lavoro. Lei l'ha vista così e ora, attraverso i suoi occhi, possiamo rivederla un po' anche noi: "One of the best judging experiences, incredibly hard and heartbreaking in terms of choosing the right work. I will take this chance to remind everybody that only 3% gets on the list. That's an insane cut. Me and all my fellow jurors had the hardest time deciding on the work but that's why we are all extremely proud of the result".
Di seguito, la sua selezione personale:
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