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Ecco un nuovo numero di Finding Beauty, la newsletter per gli esploratori della bellezza a cura di Antonio Di Battista, Creative Director di Imille.

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N°68 | 15 ottobre 2021

Ciao Findingbeauters,


sembra che lo startupper Philip Knight non fosse un grande fan della pubblicità in generale. Forse fu anche per questo che per il lancio del suo marchio di scarpe decise di rivolgersi a qualcuno che non somigliava neppure ad una vera e propria agenzia pubblicitaria: un duo creativo, David Kennedy e Dan Wieden, che lavorava nel sottoscala di un’associazione sindacale, usando un telefono a gettoni per le chiamate. Philip non amava l’adv, eppure nel suo brief “all’agenzia” sembrò avere della pubblicità un’idea molto chiara: "I don't hate all advertising, just traditional advertising”. Il resto della storia va avanti così: la startup di Philip Knight si trasforma nel marchio globale ispirato alla Nike di Samotracia, mentre il sottoscala di David e Dan si trasforma nell'agenzia benchmark mondiale per la creatività pubblicitaria, la Wieden+Kennedy. Il successo delle due aziende sarà legato da lì in poi da una bisettrice che taglia a metà il quadrante definito dai loro due assi, cioè quello della proporzionalità diretta.

Stacco.

Vai alla scena di David e Dan che lavorano al loro primo brief di Nike. Ma come risposero a quel “I hate tradional advertising”? Semplice: facendo qualcosa di non tradizionale. Negli anni dell'edonismo sfrenato e del culto neoclassico della perfezione corporea, i due portano in tv un anziano che corre a petto nudo per strada, in tutta la sua gloriosa villosità e calvizie. Uno di 80 anni che corre in uno spot degli anni '80. Tutto sbagliato.  


Walt Stack, protagonista di uno dei primi spot Nike pianificato in tv.

Stacco. 

Flash forward alla notizia di questa settimana: David Kennedy muore all'età di 82 anni. Un tassello di storia che si stacca e va sbiadire ancora di più il mosaico di questo lavoro che ci siamo scelti. Perché quasi nessuno fa questo lavoro per seguire le orme del papà, dai, o perché mamma gli ha lasciato l'agenzia di famiglia. Con questo mestiere è quasi sempre uno scegliersi a vicenda. Ma tornando a David: è riuscita la sua "corsa sbagliata" degli anni ‘80 ad arrivare da qualche parte o era forse destinata ad una finish line?

Stacco. 

Fade incrociato e vai al 2012, l'anno in cui la Wieden+Kennedy lancia la campagna Find your greatness. Tutto sbagliato, ancora una volta. Un piano sequenza di un minuto di Nathan, un pre-adolescente che non ha esattamente la fisicità di qualcuno che immagineresti in un commercial di un marchio sportivo, ma il voice over dice che è proprio quello il punto. Un'altra corsa sbagliata, decine di anni dopo.
 

Racconta The Sports Column: "The day of shooting was hard for Nathan. He was overweight, and the shoot had him running the whole day. After a second take, Nathan ran over to a ditch and vomited. After the film crew made sure that he was okay, his mother (who was with him during the shoot), said: “We’ll do this commercial, and then we’ll both work out and get in shape". 

Qual è dunque la legacy che David Kennedy lascia ad ogni creativo, account, strategist, brand manager, producer, dop, colorist, editor, smm, cmo o ceo? Che forse dovremmo provare, di tanto in tanto, a fare la corsa sbagliata. Quella che non può sempre aggregare tutti come una maratona, perché a volte è "segmentante". A volte è una corsa dolorosa e solitaria come quella di Nathan, e va in una direzione ostinata e contraria rispetto alla regola. Eppure è quella che, come dimostrano Philip, David e Dan, ci porta più lontano di qualunque altra. Perciò per una volta, una soltanto, concedetevi il coraggio di sbagliare corsa. Quella su cui nessuno punta tranne voi. Chissà che non vi ritroviate pieni di crampi e acido lattico, ma con il sorriso di chi sa di aver fatto la scelta più azzeccata della sua vita. Quanto a te, David, vedi di non smettere mai di correre. E voi correte come se la vostra vita dipendesse da quello.

RUN AS IF YOUR LIFE DEPENDED ON IT

Here’s to you, my friend D.
Ant



 


Antonio Di Battista

Creative Director

 


IDEAS FOR BREAKFAST


Si può fare un buon lavoro senza una buona ispirazione? In Imille, noi pensiamo di no. Ecco perché abbiamo dato vita ad Ideas for Breakfast, un format di incontri aperti con persone che fanno un lavoro in grado di ispirare il nostro. Ogni venerdì mattina facciamo colazione con registi, scrittori, musicisti, giornalisti, creator, artisti e professionisti di ogni tipo, tutti accomunati da una cosa unica: delle buone idee e una buona storia da ascoltare. Seguici sui nostri social per scoprire i prossimi ospiti e i prossimi appuntamenti. Ci vediamo per il caffè. 

Ecco l'ospite della scorsa puntata:


 



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