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copertina di: @brookedidonato

 

Ecco un nuovo numero di Finding Beauty, la newsletter per gli esploratori della bellezza a cura di Antonio Di Battista, Creative Director di Imille.

Se vuoi segnalarci tu una cosa bella, scrivi a findbeauty@imille.agency.
Se vuoi vedere quanta bellezza ti sei perso, consulta l'archivio.


N°42 | 6 marzo 2021

Ciao Findingbeauters,

un paio di numeri fa abbiamo detto che la bellezza è un salmone che cerca di risalire la corrente del brutto del mondo. Anche nella Top 5 di oggi ci sono alcune storie contro-corrente. Quella di una pecora che smette di seguire il gregge o di un sito che ci chiede di stare fermi per un'ora, in un mondo fatto di frazioni di secondi di scroll. E poi quella di migliaia di ragazzi che scelgono Tinder per parlare di cultura e politica. Ormai sono 40 e passa newsletter che lo raccontiamo: la bellezza è da qualche parte lì davanti a noi. Dobbiamo solo decidere se fare lo swipe a destra o a sinistra. Se incazzarsi con l'oscurità o se provare ad accendere una candela. Se continuare a lamentarci di quanto ci manchino le cose belle o se essere tra i finders che provano a trovarla. In questo caso, eccovi 5 spunti per fare un po' di ricerca.

#5
GETTING UNFILTERED


Gli esploratori dell'Artico, per raccontare le incredibili vastità alle quali il polo ti mette di fronte, usano la metafora dell'orizzonte. Parlano cioè di questa sensazione: più cerchi di avvicinarti a lui e più l'orizzonte si allontana. Richieste come "possiamo farlo un po' più aspirazionale?" hanno fatto della pubblicità una specie di orizzonte artico: più la verità chiedeva di avvicinarsi e più quella si allontanava. Dov'è la bellezza in tutto questo? È nel fatto che le distanze iniziano ad accorciarsi. Ci sono alcuni brand che, proprio come gli esploratori dell'Artico, hanno messo per primi la bandierina su questo territorio. Ora, finalmente, arrivano anche le istituzioni: "L'Inghilterra ha vietato l'uso di filtri Instagram nelle pubblicità social di creme e trucchi, giudicandoli 'fuorvianti'. Potrebbe essere il primo passo di un percorso verso nuovi standard di bellezza più reali e raggiungibili". Notizie come queste ci fanno fare un passo avanti. Mentre l'orizzonte, per una volta, rimane fermo ad aspettarci.

https://www.instagram.com/p/CLzaKkun1By/
 

#4
THE SHEEP WHO FUCKED THE SYSTEM (OR AT LEAST TRIED TO)

 

"La storia virale della pecora Baarack, che ha vissuto in fuga e non tosata per cinque anni e che ora è stata liberata da 35 chili di vello, è più interessante di quanto sembri. Le pecore comuni, infatti, sono un’invenzione umana, frutto di una selezione genetica volta all’incremento della produzione di lana. A differenza dei mufloni, le pecore domestiche non fanno la muta. Se non venissero tosate due volte l’anno, accumulerebbero lana per loro ingombrante e pericolosa. 

La notizia della pecora invasa dalla lana indurita al punto tale da non riuscire più a nutrirsi smuove in noi, quindi, l’idea che il mondo là fuori sia inospitale e che la comunità umana sia un'oasi di salvezza dove aiutare le pecore (fuori e dentro metafora) a liberarsi del vello superfluo. Al contrario, a guardarla bene racconta gli effetti della nostra eugenetica, che vincola alla dipendenza eterna chi abbiamo selezionato al fine esclusivo del nostro godimento personale. Lo facciamo con tutto, dagli animali alle piante". 


Forse potremmo imparare tutti qualcosa dalla pecora Baarack Olana. Provare, almeno una volta, ad essere noi quelli che fanno zag.

https://www.instagram.com/p/CLut6j-lh4F/

#3
57 MINUTI DI LOADING, 90 MINUTI DI APPLAUSI


In un mondo dallo swipe facile, Heinz ci chiede di fissare uno schermo rosso per 57 minuti. Incarnando così in maniera brillante, autoironica e iperbolica, una delle caratteristiche chiave del suo prodotto: ci mette una vita a scendere. Beh, sì, ci dà anche qualcosa in cambio per la nostra pazienza: la possibilità di vincere il suo Burger Kit.

Il tempo di attesa di Heinz.com è stato fissato a 57 minuti per via del loro claim del 1890 che prometteva "57 varietà". Il New York Times racconta che H.J. Heinz è arrivato a 57 perché il suo numero fortunato era il cinque mentre quello di sua moglie era sette. Pensate: tutto questo, senza nemmeno una chart in PowerPoint.

 https://adage.com/creativity/work/heinz-ketchup-website-takes-57-minutes-load/2317241

#2
GLI ESSERI UMANI
ARREDANO UN CASINO

 

Brooke DiDonato è una fotografa di Brooklyn. Nei suoi scatti spesso gli esseri umani sembrano oggetti di arredamento, perché sono così apparentemente in sintonia – cromatica, emozionale o mimetica – con l'ambiente, da sembrare una cosa sola con esso. In realtà, dietro questo camouflage concettuale, si nasconde a volte un senso di abitudine, altre volte di indifferenza, altre ancora di rinuncia.

Allo stesso tempo, c’è una bellezza incontestabile nell’arrendevolezza dei suoi soggetti. La bellezza dei vinti, l'eleganza di chi si è perso e non si trova; di chi si è perso e non vuole essere trovato o di chi si è perso, pur non avendo messo un piede fuori da casa propria.

https://instagram.com/brookedidonato
 

#1
SWIPELEFTING
THE 2020

 

Il 2020 è stato l'anno delle piattaforme. Da Zoom a Disney+ and everything in between. Tinder è senz'altro tra le protagoniste. La generazione Z non ha mai smesso di frequentarsi nel 2020 e ha usato l'app per sfogarsi, protestare, festeggiare, dispiacersi, ridere e, ovviamente, incontrarsi. Certo, con una pandemia di mezzo sono dovuti diventare tutti un po' più creativi nel socializzare, ma una cosa è sicura: in autunno, i messaggi e gli swipe hanno registrato un aumento a due cifre rispetto a febbraio scorso. Vediamo allora che cosa ci possono raccontare alcuni dati del mercato US. 

Quando gli incontri nella vita reale si sono interrotti, gli utenti hanno iniziato a usare l'app per condividere momenti culturali, chiacchierare, conoscersi, passare il tempo e scambiarsi TikTok e alzate di spalle 🤷 (l'emoji più usata dell'anno sull'app). Tutto questo, mantenendo il distanziamento fisico. Le bio hanno permesso di condividere le proprie preoccupazioni e i profili non sono mai stati così creativi, dinamici e rivelatori come nel 2020. E anche se sono stati messi alla prova come mai prima d'ora, sono riusciti a essere onesti e autentici. Le mascherine sono diventate fondamentali nel dating. Gli utenti sono stati pronti a indossarle e incontrarsi, e le menzioni sono aumentate di quasi 10 volte, inspirando bio come "chi c'è per vedersi al parco con la mascherina?" e "sesso con la mascherina". I profili sono stati usati in modo creativo anche per spingere le persone a votare. Molti lo hanno usato come un test sulla linea di "se non vai a votare, non provarci nemmeno". Perché sai cosa è più sexy di votare? Niente. 

Un'app che nasceva con un'attitudine un po' "consumistica", come ci hanno raccontato alcuni film, ma che in questo 2020 ha aggiunto nuovi significati e nuove funzioni sociali, più che tecniche. Segno che forse non su tutto quello abbiamo passato c'è da fare uno swipe left. E che su un'app di dating si può persino fare politica.

https://youtu.be/L0Vpr1C7zF4

 

Con la bellezza è sempre un perfect match. Swipe right, my friends.

Ant



 


Antonio Di Battista

Creative Director, Head of Storytelling at Imille

 


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